Questo giro alla scoperta del New England in autunno è sempre stato uno dei miei sogni: le location di Una mamma per amica, i romantici ponti coperti, lo spettacolo dei mille colori del foliage, i fari a picco sull’Oceano, i villaggi pittoreschi e sopratutto le zucche, la mia grande passione.
Ho trascorso ore e ore acercare chicche, a trovare particolari cose da fare e da vedere: ne è scaturito un viaggio assolutamente indimenticabile, molto vario, con tante attività per i bambini e che non ha deluso le mie altissime aspettative.
Itinerario
1. Roma – Boston
Dopo un volo diurno a bordo di uno dei peggiori aerei mai incontrati a livello di comfort (un Alitalia con interni rotti, scotchati, monitor fuori uso, sedili inagibili e bagni rattoppati), siamo atterrati a Boston stanchi ma carichi di entusiasmo.
Una volta ritirata l’auto a noleggio ci siamo diretti subito al motel per una notte rigenerante, a Danvers, a pochi chilometri dalla prima tappa del giorno seguente, Marblehead
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2. Marblehead – Salem – Gloucester – Rockport
Purtroppo al nostro risveglio ci attende un tempo pessimo: vento freddo e pioggia. E infatti la visita a Marblehead salta (rapido giro in auto) e preferiamo concentrarci su Salem dove il tempo regge per un paio d’ore.
Qui apro una breve parentesi: capitiamo a Salem, la città delle streghe, la mattina di un giorno feriale ed era deserta ad eccezione delle orde di turisti scaricati dagli autobus davanti alle attrazioni più famose. Nonostante sia una cittadina storica molto pittoresca, la sua vocazione turistica improntata sull’esoterico e sul kitch risulta davvero eccessiva e ha rivelato tutto lo squallore della sua tematizzazione forzata (negozi di amuleti, cartonati di streghe dove farsi le foto, pub a tema etc) che ha snaturato di fatto la città.
Ce ne andiamo un pò delusi ma fortunatamente riusciamo a tornarci a fine viaggio, di domenica, e nel pieno del fitto programma di eventi dedicato ad Halloween. Tutto ci è sembrato diverso: la città è sempre kitch, e come potrebbe essere diversamente, ma assume un carattere cartoonesco, allegro e gioioso, con tante persone che passeggiavano allegre per il centro (molte delle quali vestite da streghe e maghi), il mercatino a tema, la musica dal vivo, i venditori di mele caramellate. Tutto ha acquistato un senso e il divertimento ha prevalso.
Il nostro consiglio è di cercare di visitarla, compatibilmente con il vostro itinerario di viaggio, nei fine settimana, quando si anima di eventi e manifestazioni, soprattutto nel mese di ottobre.
La giornata è proseguita con il giro della penisola di Cape Ann sotto una pioggia battente e un vento che portava via: purtroppo a Rockport non siamo nemmeno riusciti a scendere dalla macchina a causa del tempo orribile.
Abbiamo quindi tentato di berci una birra al Crow’s nest, il pub a Gloucester dove hanno ambientato il film La tempesta perfetta ma non accetta bambini. Ci hanno rimbalzato. Insomma, una giornata da dimenticare, se non fosse stato per l’ottimo birrificio, il Cape Ann Brewing Company: come trasformare una serata uggiosa e piovosa in un bel momento da ricordare.
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2. Rockport – Portland
Dopo aver tentato di visitare per la seconda volta Rockport, questa volta flagellati solo dal vento freddo, ci siamo diretti verso Portsmouth: in realtà avremmo dovuto visitare il Strawbery Banke Museum, un museo a cielo aperto costituito da antiche case restaurate, ma il tempo incerto ci ha condotto a fare una passeggiata nel centro, che si è rivelato molto interessante e pittoresco.
Passato il ponte di Portsmouth, si entra nel Maine. Qui devo aprire una parentesi e un avviso ai viaggiatori: la costa del Maine non è la Scozia. Ve lo dico perché nella mia idea romantica del Maine (molto influenzata dalla visione decennale de La signora in giallo, per altro girata in California) io mi ero immaginata meravigliose strade panoramiche a picco sul mare. Invece no. Il mare lo vedrete ben poco guidando con la macchina, perché sarete immersi in rigogliose e sterminate foreste di abeti e pini sul livello del mare. Solo entrando nei villaggi potrete raggiungere il porto e gli accessi al mare. Questa precisazione serve solo a mettervi in guardia da inutili paragoni.
Il Maine è assolutamente meraviglioso proprio perchè circondato da una natura prorompente e da chilometri e chilometri di fitte foreste, ed è squisitamente romantico con i suoi fari pittoreschi, i suoi villaggi colorati e la sua vocazione marinara che emerge in ogni suo aspetto.
Da qui dritti a Yorks per ammirare il The Nubble Lighthouse a Cape Neddick, uno dei fari più fotografati del Maine e infine pranzare al Cape Niddick Lobster Pound, uno dei migliori ristoranti dove assaggiare l’aragosta della zona e famoso per il piccolo ricovero delle barche interamente ricoperto dai tipici galleggianti colorati dei Maine.
Abbiamo quindi proseguito per la pittoresca Ogunquit dove seguiamo il sentiero a picco sul mare chiamato Marginal Way (anche qui sotto un vento fastidioso), poi una rapida sosta per fotografare il wharf di Old Orchard Beach, uno dei classici moli con parco divertimenti, chiuso per l’autunno, e una stupenda visita al faro di Cape Elisabeth proprio al tramonto.
Peccato aver avuto poco tempo per ammirare il centro di Portland, che nonostante le scarse aspettative (avevo letto recensioni non eccelse), si è rivelato invece molto pittoresco con le sue case a mattoncini rossi, i tanti pub e ristoranti e un’atmosfera vivace e allegra, pieno di giovani e di vita serale.
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3. Portland – Boothbay Harbour
La giornata è iniziata fermandoci subito a Freeport, una delle mecche dello shopping nel Maine: questa cittadina infatti è famosa per il numero impressionante di outlet grandi marche. Grazie alle politiche locali che non applicano le tasse sui capi di abbigliamento, si è formato un vero polo dedicato allo shopping.
Noi però avevamo un altro scopo: visitare L.L. Bean Store, una vera istituzione in America. Il marchio L.L. Bean prende il nome dal creatore di una particolarissima scarpa da caccia: grazie al suo successo in seguito riuscì ad aprire un negozio dedicato interamente alle attrezzature per le attività outdoor come caccia, pesca, equitazione, etc. Questo marchio, che qui ha la sua sede originale, enorme e che occupa un intero isolato, è diventato negli anni un vero colosso, con filiali in tutto il territorio americano e in diversi paesi del mondo, e alcuni vociferano che abbia ispirato la serie comedy L’uomo di casa.
Perché visitarlo? Per capire il mondo americano, le sue manie, le sue abitudini, le sue ossessioni e osservare la gente e le sue passioni.
Quella mattina stavano organizzando un fall festival (una fiera dedicata all’autunno) proprio nei giardini del complesso ma era troppo presto, gli stand erano ancora in allestimento e ci siamo così diretti verso Wiscasset, un’altra mecca per gli amanti delle aragoste: il Red’s Eats vanta il più delizioso e abbondante panino con aragosta mangiato in tutto il viaggio, quasi 1 aragosta e mezza intera a testa! In estate viene modificata la viabilità del paese per far fronte alle code chilometriche che si formano intorno a questo baracchino!
La fretta di arrivare a Damariscotta per il Pumpkin Festival e la pesa delle Giant’s, le zucche giganti, cui tenevo moltissimo, non è stata però ripagata: avevano anticipato la festa per il maltempo. Così, dopo un giretto in città e un caffè ci siamo diretti vero il faro di Pemaquid arrivando poi a Boothbay Harbour con larghissimo anticipo.
In realtà in anticipo sulla tabella di marcia ma troppo tardi per il trenino d’epoca funzionante al Boothbay Railway Village, che chiude alle 17.00 (lo abbiamo mancato per 10 minuti). La cittadina di Boothbay Harbour è incantevole e molto pittoresca, affacciata su una baia/fiordo le cui due sponde sono collegate da un ponte pedonale, ma è anche minuscola, in ottobre è quasi tutto chiuso e il poco turismo presente rasenta l’età della casa di riposo. Qui ci è preso un pò lo sconforto: questo villaggio in estate sarebbe stato vivissimo e ricco di cose da fare ma in autunno è quasi desolante. Per fortuna ci siamo consolati con una lauta cena al McSeagull’s Restaurant, un delizioso ristorantino molto intimo e accogliente affacciato sul mare, che ricordava proprio uno dei locali di Stars Hollow! Qui servono un trionfo di ostriche.
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4. Boothbay Harbour – Bar Harbour
A volte sono proprio i posti che non ti aspetti che ti lasciano un ricordo indelebile. La sosta a Port Clyde è stata un puro caso, nella ricerca del Marshall Point, dove si trova il celebre faro immortalato nel film Forrest Gump. E invece davanti a noi si apre la deliziosa vista di un piccolo porticciolo con 4 case e tante barche, un luogo che magari a molti di voi non dirà nulla ma che ci ha colpito per il suo essere fuori dal mondo e per il suo romanticismo marinaro: gabbie delle aragoste colorate, emporio/bar/ristorante, insegne pittoresche, vecchi pontili.
Dopo la visita al faro proseguiamo per Rockland, dove pranziamo con un hamburger enorme al Rock Harbour Pub & Brewery.
Durante una sosta nel pittoresco villaggio di Camden, decidiamo di fare un’uscita in barca con i pescatori di aragoste: ci hanno fatto fare un giro della costa, ci hanno raccontato il gossip locale e ci hanno spiegato come catturano le aragoste e come scelgono quelle da tenere e quelle da rigettare in mare.
Siamo così arrivati per cena a Bar Harbour e ci è subito piaciuta: sembrava di stare davvero a Stars Hollow, la città di Una mamma per amica.
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5. Bar Harbour – Acadia Park – Bass Harbour – Bar Harbour
Partiti di buon mattino con un’aria frizzantina, dedichiamo l’intera giornata all’esplorazione del meraviglioso Acadia Park. Obiettivo: seguire il circuito ad anello che consente di ammirare i migliori panorami della penisola. A dispetto delle premesse, nel corso della mattinata è esplosa una giornata quasi estiva, con temperature da maniche corte.
Pranzo a Bass Harbor con un succulento panino all’aragosta davanti al mare, sulla bellissima terrazza di Seafood Ketch.
Rifocillati a dovere ci dirigiamo al faro di Bass Harbor, che si raggiunge tramite una bella passeggiata nel bosco e che regala una delle cartoline più famose del Maine.
Infine siamo saliti con la macchina al Cadillac Mountain View, sempre all’interno del parco: qui ci sono dei bellissimi sentieri panoramici da seguire per ammirare la splendida vista a 360° sull’Acadia Park.
Rientrando in città con un pò di anticipo abbiamo potuto visitare meglio l’incantevole Bar Harbour: forse questo è uno dei luoghi che più mi è rimasto nel cuore di tutto il viaggio.
Mi sembrava di essere sul set di Una mamma per amica: parco cittadino con il gazebo, piccoli negozietti pittoreschi, bar e tavola calda come quelli di Luke, decorazioni autunnali sparse per tutta la città, cinema old american style, c’era perfino un ragazzo con la chitarra che cantava a un angolo della strada.
6. Bar Harbour – Bethel – North Conway
Sotto un cielo grigio e malinconico ci prepariamo ad affrontare una lunga mattinata di trasferimento per raggiungere il New Hampshire con una breve sosta pranzo a Bethel.
Dopo aver ammirato il pittoresco ponte coperto rosso di Jackson, arriviamo a North Conway e saliamo a bordo di un treno panoramico, il Valley Train della Conway Scenic Railroad. Il giro non è stato sorprendente (un semplice anello che attraversava il paese e la campagna limitrofa) ma il piccolo si è divertito molto e siamo riusciti anche a vedere i tacchini rossi immortalati dal film Tacchini in fuga, ambientato proprio nel New England.
Il pomeriggio si conclude all’insegna dello shopping in un altro polo outlet, il Settlers Green Outlet Village e infine ottima cena a base di polpettone del Vermont presso il The Scarecrow Pub, un pub tutto in legno in stile cowboy!
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7. North Conway – Franconia Notch – Burlington
Il tempo fisico per percorrere la Kangamanus Highway, forse la strada più famosa per il foliage nel New England, è di 2 ore: ma tra le soste fotografiche, i ponti coperti, i view point, i sentieri e le varie attrazioni lungo il percorso, mettete in conto di perderci tutta la mattinata. Ne vale però la pena: i colori, gli scorci e i panorami sono davvero meravigliosi e ne rimarrete incantati.
Un altra tappa imperdibile della zona è il parco di Franconia Notch: è un’area molto vasta che comprende aree boscose, laghi e tanti percorsi a piedi. Sarebbe da dedicarci 2 giorni. Noi abbiamo seguito un magnifico sentiero ad anello che passa attraverso 2 bellissimi ponti coperti, che ti porta ad ammirare la gola e le cascate del Flume Gorge e che attraversa un incantevole bosco.
Alla fine prendiamo la funivia per salire al Cannon Mountains: da qui si gode una magnifica vista ma il freddo pungente ci costringe a riscendere quasi subito.
Siamo arrivati giusto in tempo per cenare al Vermont Pub & Brewery di Burlington, uno dei tanti microbirrifici del Vermont.
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8. Burlington e dintorni
Purtroppo il risveglio è stato all’insegna della pioggia: decidiamo di prenderci la mattinata per fare una colazione tranquilla alla deliziosa caffetteria Uncommon Grounds Coffee & Tea, un giro per il centro di Burlington, pittoresca cittadina universitaria e una sosta al City Market, interamente biologico.
Nel pomeriggio il tempo ci ha concesso una tregua e così cogliamo l’occasione al volo per visitare le Shelbourne Farms, una meravigliosa fattoria didattica, con grande gioia del piccolo e poi recarci a vedere la fabbrica della birra The Magic Hat, con grande gioia del papà.
Chiudiamo in bellezza la giornata con una splendida cena al Daily Planet, che vanta un ambiente accogliente e una deliziosa cucina internazionale rivisitata.
9. Burlington – Killington
Partiti con un grigio cielo cupo da Burlington, ci dirigiamo verso Stowe seguendo una meravigliosa strada panoramica (la 15 e 108) con una breve sosta a Jericho, per vedere il vecchio mulino rosso.
Arrivati a Stowe con il sole e il cielo blu, facciamo una bella passeggiata, il The Quiet Path fino alla radura dove si svolge l’Harvest Festival, un classico del tempo libero americano: 200 stand di artigiani locali, food truck con cibo di ogni tipo, musica dal vivo e tanta allegria.
Appena fuori da Stowe si trova la fabbrica di gelato Ben&Jerry’s, una vera e propria istituzione in America: purtroppo non siamo riusciti a visitarla per la grande coda alle casse ma osserviamo il cimitero dei gusti dismessi, una delle cose più strane che abbia mai incontrato: una lapide per ogni gusto di gelato tolto dalla produzione.
Decidiamo di imboccare un’altra strada panoramica molto suggestiva, la 100, che attraversa la Mad River Valley, la quintessenza del Vermont: prati verdi, distese di boschi dai mille colori autunnali e le inconfondibili fattorie rosse. Dopo una breve sosta al ponte coperto di Warren, proseguitamo per Woodstock, uno dei villaggi più pittoreschi del Vermont.
Qui arriva il momento critico della vacanza. Arrivati a Woodstock senza aver prenotato una sistemazione (siamo stati indecisi fino all’ultimo se fare il versante ovest o est delle Green Mountains), scopriamo che era tutto no vacancy a causa del grande affollamento turistico dovuto al Columbus Day. Dopo 4 ore di ricerche fallimentari, fermandoci in ogni hotel e b&b sulla strada, senza trovare una sola camera libera fino al confine con il New Hampshire, finiamo a dormire fra le montagne di Killington. Questo ha inevitabilmente condizionato l’itinerario del giorno dopo, costringendoci a saltare, con mio grande rammarico, Woodstock e la fattoria più fotografata del Vermont che si trova sulla strada 106 fra Reading e Woodstock. Percorriamo la strada 7 invece che la 5.
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10. Killington – Brattelboro
Essendo tornati indietro di quasi 2 ore per dormire a Killington (rispetto a Woodstock), la mattina successiva cambiamo rotta e seguiamo il versante ovest delle Green Mountains, percorrendo la strada 7 che passa per Manchester e arrivando cosi a Bennington all’ora giusta per pranzare in un fantastico birrificio, il Madison Brewing Company Pub & Restaurant.
Lungo la strada per Bennington, abbiamo incontrato Manchester, una deliziosa cittadina, dove ho potuto ammirare un Pumpkin Patch. Si tratta di una tipologia di vivaio che nel periodo autunnale è specializzato in zucche: non solo ne vende in tantissime varietà ma offre la possibilità di coglierle direttamente dal campo.
Proseguiamo sulla strada panoramica che porta sulla cima del monte Equinox.
Consigliatissima dalle guide e a pagamento, si è rivelata un’amara delusione: vista panoramica mediocre.
Nel pomeriggio ci inerpichiamo su una bellissima stradina di montagna fino ai villaggi di Newfane e Grafton e arriviamo in serata a Brattelboro. Ottima cena presso il The Tavern Restaurant, un ristorantino elegante nonostante la posizione periferica.
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11. Brattelboro – Newport
Lasciato il Vermont entriamo nuovamente in Massachusetts e ci fermiamo a Deerfield, incuriositi dal cartello Historical District.
Questa cittadina era solo una tappa per visitare la famosissima fabbrica della Yankee Cadle (di cui per altro mi sono innamorata perdutamente) e per far fare due passi al piccolo: ci siamo ritrovati in un museo a cielo aperto.
Un intero villaggio di fine ottocento perfettamente conservato e tutt’ora abitato, visitabile con un biglietto cumulativo che da diritto all’ingresso nelle varie abitazioni, con tanto di guida che spiega la storia di ogni edificio.
Qui ho avuto anche la fortuna di vedere da vicino le famose Giants Pumpkin, che qualcuno aveva utilizzato come arredo del giardino.
La tappa successiva è stata ovviamente la Yankee Candle: un sogno che si è realizzato, un luogo a metà fra la mecca dello shopping compulsivo per ogni donna (e terrore di ogni marito) e il desiderio di ogni bimbo, quello di entrare in un villaggio di Natale. Infatti la fabbrica di questa famosissima marca di candele venduta in tutto il mondo, è molto di più di un negozio di fragranze: ci sono interi reparti dedicati alla cucina, dove troverete tutti gli addobbi e gli utensili dei vostri sogni, al mondo del country (anche in questo caso tutto quello che serve per creare atmosfera in casa), ai dolciumi ma soprattutto c’è un enorme Christmas Village.
Qui troverete tutti i possibili addobbi per Natale, divisi per tipologia, per atmosfera (americana, delle fiabe, tedesca, tradizionale) e per estetica, con interi villaggi in miniatura, neve finta che viene sparata ogni 4 minuti, lo studio di Babbo Natale e trenini che sferragliano sopra la tua testa. Insomma, il paradiso per grandi e piccini (ma non per il portafogli).
➡ LEGGI tutto sulla visita alla Yankee Candle Store Village
Dopo essere usciti vivi dalla fabbrica (presa d’assalto per il Columbus Day) con un ritardo mostruoso rispetto ai nostri piani (mea culpa lo ammetto, la fabbrica mi ha stregato), decidiamo di modificare il nostro programma che prevedeva di andare a Mystic. Inseriamo il piano B: ci dirigiamo Hartford (ricordate che qui vivevano i nonni di Rory in Una mamma per amica?) per ammirare la casa Mark Twain. Grazie a una visita guidata molto dettagliata possiamo esplorare questa pittoresca casa-museo che conserva ancora tutti gli oggetti e il mobilio originale del celebre scrittore.
Visto che eravamo di strada anticipiamo di un giorno il Jack O’Lantern Spectacular allo zoo di Providence: questa era una delle attrazioni sulle quali puntavo di più e non ha deluso le aspettative. 30.000 zucche intagliate e distribuite in un suggestivo percorso all’interno dello zoo con musiche e allestimenti a tema. Un viaggio fantastico e suggestivo che consiglio vivamente.
La difficoltà di inserire nell’itinerario un pumpkin festival consiste nelle date precise in cui avvengono.Questo spettacolo invece è l’unico con cui non avrete problemi: si svolge tutti giorni per un mese intero.
Unica raccomandazione: essendo la sera/tardo pomeriggio il momento migliore per visitarlo, non pensiate di mangiare in loco. Vendono solo dolciumi e noi siamo rimasti senza cena!
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12. Newport
Dopo un risveglio sotto la pioggia, temporeggiamo un pò nell’unica caffetteria aperta del centro di Newport, un delizioso Starbucks e poi sfidiamo le condizioni meteo e al primo spiraglio di luce ci dirigiamo a Mystic per visitare il Seaport Museum. Una meraviglia: un intero villaggio di balenieri perfettamente conservato e restaurato, in cui si possono ammirare non solo abitazioni e negozi ma anche baleniere originali, rimessaggi delle imbarcazioni e stazioni di manutenzione.
Siamo quindi tornati indietro per visitare il pittoresco centro di Newport e fare una passeggiata sul Cliffwalk. Su tutte le guide che ho letto questa era una delle cose imperdibili da fare: sinceramente affermare che costeggiare a piedi le alte siepi di villoni appartenenti a super ricconi sia una figata pazzesca proprio non lo condivido. E non posso nemmeno dire che la vista dal sentiero sia mozzafiato. Forse il tempo grigio, forse la pioggia che incombeva, ma questo cliffswalk così famoso mi ha lasciata abbastanza indifferente.
13. Cape Cod
Questa è forse la tappa che più mi ha lasciata con un vago senso di insoddisfazione. Al di là della variopinta e vivace ProvinceTown, la penisola non mi ha regalato grandi emozioni.
Sicuramente ha inciso pesantemente il fatto di essere fuori stagione: mentre in estate le spiagge sono prese d’assalto e le cittadine brulicano di gente e attività, in ottobre la penisola è praticamente deserta e si avverte un’atmosfera malinconica.
Forse invece di due giorni avremmo potuto dedicargliene solamente uno.
Anche il villaggio in cui alloggiamo, Sandwich, era deserto e fatichiamo a trovare un posto per cenare. Per fortuna accanto al motel c’era un ottimo gastropub in stile inglese dove abbiamo mangiato per 2 sere di fila, The British Beer Company.
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14. Cape Cod
A salvare la permanenza a Cape Cod è stata l’escursione in barca per avvistare le balene, un’esperienza davvero stupenda, soprattutto se viaggiate con bambini e ragazzi. Partenza da ProvinceTown con la WhaleWatch.
➡ SCOPRI come avvistare le balene a Cape Cod
Nel pomeriggio abbiamo visitato il Museo de Pirati di ProvinceTown: molto carino e interessante. La giornata si è conclusa ripercorrendo tutta la penisola a ritroso, fermandoci in diversi paesini decantati dalle guide ma che ci hanno lasciato piuttosto indifferenti.
15. Cape Cod – Boston
Lasciamo Cape Cod per dirigerci a Plymoth dove visitiamo i luoghi dei padri fondatori americani: la nave MayFlower, la pietra che indica il luogo in cui sono sbarcati e il villaggio di Plimoth. Un museo a cielo che ricostruisce in maniera fedele, con tanto di figuranti in costume, il primo insediamento americano.
Nel pomeriggio arriviamo a Boston e facciamo un primo giro nel quartiere italiano cenando da Terramia per accontentare il piccolo che voleva la pizza.
Ricordatevi che il quartiere italiano, che è anche una delle zone più amate dagli abitanti di Boston per uscire la sera, nei week end è preso d’assalto. Lunghe code dalle 18 nei ristoranti più ambiti che in alcuni casi non prendono le prenotazioni.
Armatevi di tanta pazienza, cenate presto o prenotate se possibile un tavolo.
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16. Boston
Ci giochiamo subito una carta attesa, la visita alla Harvard University.
Qui apro una parentesi. La suggestione che ti lasciano film e telefilm a volte può essere fuorviante. All’Università di Harvard mi immaginavo scene piene di studenti con pile di libri a leggere nei prati (certo a fine ottobre un pò improbabile), pensavo di ammirare l’immensa biblioteca e assistere a immagini di vita quotidiana. E invece, complice la pausa per il Columbus Day, di studenti in giro ce n’erano ben pochi e la visita guidata si svolgeva solo nelle aree aperte al pubblico, ovvero parchi e vialetti, dal momento che per questioni di privacy non si possono visitare le strutture e gli edifici abitati.
Penso che valga comunque la pena di assaporare l’atmosfera del tipico campus americano, di sentirsi come nel set di un film e di ammirare questo bellissimo complesso risalente al 1636.
Harvard infatti è la più antica istituzione universitaria degli Stati Uniti ed è veramente imponente.
Tornati in centro a Boston seguiamo il Freedom Trail, un interessante percorso cittadino (indicato da segnali incastonati nella pavimentazione) che si snoda nel cuore della città per portarvi alla scoperta dei musei, degli edifici e dei luoghi teatro della rivoluzione americana.
Concludiamo la giornata al The Black Rose, un ottimo irish pub con musica dal vivo a due passi dal Quincy Market, uno dei luoghi che più ci sono piaciuti, una deliziosa piazzetta pedonale con due ex mercati riadattati a centri commerciali ricchi di ristorantini etnici.
17 Ritorno a Salem e Marblehead – volo per Roma
Il nostro ultimo giorno di viaggio ci saluta con un bel sole e un bel cielo azzurro: essendo domenica decidiamo di dare una seconda possibilità a Salem (che si rivelerà positiva) e di vedere Marblehead, saltata il primo giorno di viaggio.
Ci concediamo una bella colazione/bruch al The Rockhopper Cafe proprio nel bellissimo villaggio di Marblehead, risalente al 700 e perfettamente conservato.
Dopo una passeggiata ci dirigiamo a Salem, in piena atmosfera di Halloween: la città era stracolma di gente, di eventi e di allegria e prima di ripartire verso l’aeroporto di Boston ci siamo concessi una bella fetta di torta al cioccolato e un cappuccino caldo a Melita Fiore, una elegante pasticceria.
Luoghi che ci hanno un pò deluso
- La solitudine di Cape Cod in autunno
- La mancanza di strade panoramiche a picco sul mare nel Maine
- I tour guidati alla Harvard University
- La tanto decantata Cliffswalk di Newport
Luoghi che si sono rivelati una scoperta
- Il pittoresco centro storico di Portland
- L.L. Bean Store di Freeport, per vedere da vicino la vita di un americano medio
- Il tuffo nel passato al Deerfield Historical District
- L’atmosfera marinara di Port Clyde
- Bar Harbour e la sua straordinaria somiglianza con Stars Hollow di Una mamma per amica.
Utilizzerò sicuramente tutti questi preziosi consigli quando, fianlmente, riuscirò ad organizzare il viaggione nel New England, che sogno da sempre. Io, però, vorrei magari sacrificare qualcosina ed inserire anche la Nuova Scozia, specialmente per andare sull’isola di Prince Edward!
grazie! il viaggio nel New England è spettacolare! purtroppo la nova scotia e la Prince Edward Island sono lontanissime…un altro viaggio!
Ciao ho letto tutto d’un fiato il vostro bellissimo viaggio. Ad ottobre sto organizzando il mio di viaggio in NE mi chiedevo se valeva spendere qualche giorno in più a boston magari accorciando qualcosaltro ??? Grazie ancora
Sicuramente un giorno in più a Boston lo spenderei, magari togliendolo a Cape Cod che in ottobre è deserta!
Ciao cara Chiara, volevo chiederti se credi che il New England sia bello anche in primavera oltre che in autunno! Voi quando partirete per l’Alaska? Noi eravamo stati in giugno ed è stato uno dei viaggio più belli che abbiamo fatto.. attenderò con ansia i tuoi post ;O) Grazie per e info,
katiuscia
Ciao Katiuscia! il New England è sempre meraviglioso! in qualunque stagione!
Noi partiremo proprio a giugno! non vedo l’ora!